No, non è il film di Oliver Stone. Sono le mie domeniche. Ieri poi, peggio del solito. Già, ero sul divano, dopo una telefonata con C< ed un’altra con un amico con il quale si cercava di fare chiarezza su una serie di fatti e conseguenze.
Poi, essere lì, sul divano, fuori un grigio… di là i miei che dormivano… insoma, mi sono messo a piangere per quel senso di malinconia e disagio che capita a volte con una leggera percentuale la domenica (quasi sempre). Colpa di questo giorno maledetto che è la domenica specie se si è soli?
Ieri mio papà s’è svegliato prima del previsto, è entrato in casa ed ha chiesto cosa avessi. Gli ho risposto semplicemente la verità, e cioè che non ce la faccio più! Non ce la faccio più ad andare avanti così. Chiede se fosse colpa sua per poi uscire con delle domande cose del tutto normali, tipo come mai non mi sono cambiato e non sono uscito o se non c’era qualche film d’andare a vedere…
Gli ho risposto che sono stanco di questo senso si solitudine e, stupendomi, con una tenerezza incredibile, mi chiede se “hai avuto da dire con Cristiano?” nonostante noi non siamo coppia da tempo e lui, per il fatto che ci vediamo e lo nominiamo, crede che ancora lo sia. Allora la sua soluzione (al mio dire che gli altri amici che ho abitano tutti lontano): “perchè non trovi un amico in paese con cui uscire?”
Abbiamo deciso di no farne parola con mia mamma ed io, di andare a scaricarmi con una passeggiata nei campi, anche se la mia prima immagine è stata quella di un pensionato che va a camminare un pò perchè fa bene, un pò perchè non sa che altro fare.
Prima di uscire mi ha abbracciato, detto di “non fare stupidate, fallo per noi”.
Il resto l’ha fatto l’Ipod, subito con “Where is my boy” dei Faultline e cantata splendidamente da Chris Martin, poi Pacifico con Malika Ayane (“Verrà l’estate”), sono tracollato sulle frasi finali di “Missiva d’amore” di Arisa, mi sono sentito Niccolò Fabi (“Oriente”), un colpo con “Screaming” di Jimmy Sommerville (My man love my first love, My closetness and pain, My lying my deceiving, My rivers keep on crying, My father my action man, My hiding in the crowd, My mother my sisters eyes, My seniors and their prying,
My freedom my prison cell, My tempting to destroy, My fantasies my lost control, My confusion disillusion).
Così un pensiero: di tutto chò che butto e che tengo, di tutto ciò di cui sono stanco: dalle persone che si fanno vive, di notte, con un sms per confidarti un loro problema medico per finire a dire, dopo svariati sms “è stato meglio non esserci frequentati, non ti offendere”, di chi pesa le parole a volte con una bilancia “monca”, dei ruoli che tutti hanno, una maschera pubblica ed una privata (che ho anche io), del giorno che cede il passo alla sera e poi alla notte ed io, in mezzo alla campagna, come ieri, durante la camminata che mi mimetizzo con facilità, dei “ritorni a casa”, della mancanza di qualcosa che mi entusiasmi…
Della malinconia che non ti abbandona mai se non per alcuni attimi (in cui siamo felici per citare Valerio Millefoglie), dei giudizi e delle mezze battute, sempre le stesse o dei riferimenti “innocenti” come è capitato oggi…
So, a livello di potenza, che se riuscissi a convogliare tutta questa mia energia negativa in un progetto o altro, sarebbe buona cosa ma… come si fa? Come spezzare questo circolo vizioso che si ripete sempre più spesso?
Papà mi ha abbracciato, dicevo, dicendomi di non fare stupidate! Ok, per loro e per pochissimi altri.
giannolo, 19.11.2012