Stamattina mi è capitata una cosa insolita, inaspettata, e che mi ha messo di buon umore. Ma parto da una premessa: anche se dal 24.09 ho una casa mia, ho sempre abitato nella stessa via e nella stessa casa, con i miei e ancora ci vivo spesso.
Una volta… Giò, una volta i vicini erano proprio “vicini”, quelli che ti venivano a trovare per bere un caffè, quelli con i quali facevi “filòs” davanti a casala sera, in estate, quelli ai quali chiedevi qualcosa in prestito o erano loro a chiederlo a te, erano quelli che quando lasciavano questa vita ti rincresceva come fossero di famiglia. Ma a ben vedere, lo erano.
Ricordo che il mio vicino di sinistra: aveva un bel fico in cortile, che a settembre quando dava i suoi, frutti, li divideva con noi e ricordo pure l’ombra che faceva, quando ancora il mio cortile era ancora di terra ed erba (e di profumi) e non di cemento (immagine illusoria forse di una modernità di allora); ricordo “Mina” la cagnolina della mia vicina di destra, che correva incontro alla rete che divideva i cortili (rete a maglie larghe, non come quelle di oggi…) quando vedeva qualcuno di noi, ed era sempre pronta a mettere il musetto nella rete, aspettando (ed assaporando) la dose quotidiana di coccole.
Si sa, la vita è fatta anche di morte ed i vicini di allora se ne sono andati. In pratica il ricambio ha riguardato tutta la via, tranne me e la mia famiglia.
Ora i vicini di sinistra hanno messo, come divisoria, una di quelle reti da giardinaggio in modo che sembra più un muro di Berlino che altro (ma si, sa… hanno la piscina : ) (non si vedono ma si sentono, eccome!!) e la casa di sinistra, dopo due “esperimenti”di persone, arrivate e sparite nel giro di poco tempo, sono diventati una coppia russo/rumena. Opposti come carattere ma talmente paranoici da mettere, anche loro, un telo sulla rete divisoria, per coprire la gravidanza di lei. Ma un bel giorno, forse una notte, se ne sono andati: senza salutare nessuno. Poof, spariti!
Dal primo febbraio abbiamo nuovi vicini. Sapevo solo che sono indiani. Che bello! Già con quelli che vivono dall’altra parte del cortile il rapporto è ottimo: ci si vede, si parla, ci si saluta, con papà è uno scambio continuo di verdura (la nostra con la loro, di forma e sapore diversi), ci si aiuta, come… come una volta. E poi il mio cortile profuma spesso di fritto di cipolle, di profumi, di cucina… di vita. Così, il fatto che anche i nuovi vicini fossero indiani mi ha fatto ben sperare.
E se ieri ho salutato Rana Singh, che con – 9° ha inforcato la bici per andare a lavorare in un vivaio, stamattina, con la neve e – 4°, nel vialetto mentre io portavo fuori l’auto e il mio nuovo vicino ha portato fuori il suo bianco motorino.
Ci siamo visti per la prima volta ed istintivamente ci siamo venuti incontro: lui si è tolto il casco, i guanti e mi ha dato la mano, presentandosi: “Marc” ed io “Marc?” e lui “si” ed io “piacere, Gianni”. Per poi raccontarmi che partiva per andare a Canneto (in motorino) dove lavora in un vivaio e che è il mio, o meglio, che siamo “vicini di casa”.
E la cosa mi ha fatto felice!
giannolo, 07.02.2012
Ideale leggerlo mangiando uno dei piatti profumati che cucina la sig.ra Rana.