“89” è il numero che separa il civico della mia casa virtuale con quello che è diventato il civico della mia nuova casa.
Venerdì notte, primo giorno d’autunno, ho voluto iniziare una nuova stagione andando a trascorrere la mia prima notte nella casa che è la mia nuova casa, anzi che dovrebbe essere mia.
Con l’Ipod pronto sono entrato in casa, non particolarmente teso ma il 23 è stato l’ultimo di una delle settimane più impegnative, coinvolgenti di quest’anno. Ci si è messo pure l’Ipod (scarico! Ma come, se l’avevo caricato qualche giorno prima e mai usato?), di leggere non ne avevo voglia e ho messo un cd, pieno di ricordi e che riassume gli ultimi 11 anni della mia vita.
Ho dormito come un sasso, pronto, il mattino dopo al giorno dell’inaugurazione!
Non riesco nemmeno a descrivere cosa ho provato in quel giorno, specie la sera quando è iniziata ad arrivare gente. Certo, io, Cr.Ba e Lo.Ve erano da me fin dal primo pomeriggio e così l’attesa è stata colmata di risate, ricordi, progetti, programmi. Che bello sarebbe poter invecchiare insieme anche se uno di noi 3 è di gran lunga più giovane (ma i badanti vanno via come il pane, no?).
Alla fine anzi, all’inizio, dopo il taglio del nastro, tenuto proprio da Cr.Ba e Lo.Ve, la festa.
In questi casi il festeggiato diventa una ava matta: corre da gruppetto a gruppetto perché è inevitabile, si fanno i capannelli di persone divisi dal tipo di conoscenza. Le ore sono volate anche se ricordo che, forse per il buio che arriva prima o per la stanchezza o lo scarico della tensione (no, quella no, ce l’ho ancora addosso, con il solito strascico di malinconia), ho guardato l’ora: le 20.25, anche se pensavo fosse molto più tardi.
Alla fine, tutto bene 😉
C’erano pure i fotografi (Lo.Bo e Va.Bo)!!!
C’era pure il barman, ringraziato da tutti anche nei giorni a venire (An. Mu).
C’era pure un gradito ospite a sorpresa (Ma. Mu).
C’era pure una vicina di casa tanto premurosa e “vicina”.
In mezzo a tutto ciò, chiacchiere, musica (2 compilation create da c<), qualcosa anni 80, che stanno sempre bene, qualcosa legato a “when I was young” (come i Bronsky Beat), per passare ai Chemical Brothers di “Hanna” a Marcella Bella (più sul pezzo di così…).
Alla fine mi sono sentito a posto. Contento che la gente fosse rimasta contenta! Ed io stesso lo ero perché li ho sentiti tutti uniti.
Mi spiace che alcune persone non siano potute venire e ringrazio invece tutti quelli che c’erano: Cristiano, Lory, Chiara, Nicola, Andrea, Marco, Luca, Guido, Manuel, Veronica, Sergio, Silvana, Simona (con Lorenzo e Valeria), Sara ed Enrico (con Yessim) – nonostante se ne siano dovuti andare subito per un infortunio accaduto al piccolo – Paola, Nunzia, Christopher, Michele, Raffaele, Antonio, Mario, Simone, Vittoria e la partecipazione telefonica di Gianni e Marc e di Giorgio.
Ho numerosi flash di quella sera: l’arrivo di Valeria con iper mega macchina fotografica professionale e Lorenzo con un mazzo di fiori in mano, io che, come accade in alcuni film, ruoto il polso la cui mano teneva un bicchiere di vino e lavo Simona e la sua spalla (ed ero ancora sobrio), qualcuno che mentre taglio il nastro grida al film di Gerry Calà “Vado a vivere da solo”, le comari che si sono sedute fuori a fare “filòs” come un tempo, il barman che riceveva ordinazioni dietro l’altra ed era molto professionale, il pomeriggio dove il clima perfetto grazie a Cristiano e Lory ha reso soft e piacevole le attese che di solito, invece, mi devastano, la frenesia dei vari arrivi.
Bene, ora devo solo sentirla mia, la casa. Viverla, abitarla. Va bene che mi rappresenta ma è un nuovo inizio, non facile ne spensierato come uno possa pensare, specie se per tutta la vita è stato (e bene) in un’altra casa.
Spero non sia un eremo solitario…
giannolo, 28.09.2011
Da leggere assaporando un cocktail a scelta