La seconda delle mie città del cuore, non per importanza ma per sensazioni provate ogni volta che ci torno: Roma!
Come accade spesso, la prima volta che l’ho visitata, l’ho odiata. Un po’ come mi capita con le persone, il cui primo giudizio non corrisponde quasi mai a quanto accade poi, scoprendole pian piano.
La prima volta Roma l’ho vista perché gli amici mi hanno preso per… sfinimento. Era il periodo in cui ogni Capodanno veniva passato in qualche città europea. E così, dopo aver passato la fine d’anno a Parigi, Amsterdam, Monaco e Bruxelles, non potevo non accontentare quelli che ogni anno proponevano e riproponevano Roma. Di quel primo viaggio ricordo solo l’alloggio (dalla parte opposta del centro, credo) e poco altro, se non lo squallido 31.12 (ma questa è una regola comune, tranne quando sono a Parigi).
L’ho rivista anni dopo, un po’ con gli amici di Viterbo e poi, finalmente, per conto mio.
Ma la prima volta, con la scusa di andare a trovare un amico, diventato caro (conosciuto grazie ad un suo racconto su “Men on Men”), che l’ho vista e fatta mia è stato qualche anno fa.
E un pomeriggio a Villa Celimontana, con una sbrisolona mantovana e tante chiacchiere in totale relax è diventato uno di quei momenti che si ricordano per sempre.
Per conto mio poi ho girato “dentro la città”: i monumenti, le chiese, il Caravaggio, sono finito al Trinity per una guinness, mi sentivo “anonimo” si ma in una città vivibile e solare.
L’ho rivista un’altra estate con un amico, dividendomi fra Ostia Lido e Roma “caput mundi”, l’ho rivista un’altra estate con un altro amico follemente innamorato di Roma e di Villa Borghese e poi l’ho vista in modo ancora diverso, con occhi nuovi (Madison…).
Da allora l’innamoramento continua, anzi, si rinforza ogni anno.
Quest’anno, anche se mi sono fermato solo per due giorni, soprattutto nei giorni più caldi dell’anno, ho avuto la sensazione di viverla un po’ come “vivo” Parigi. In modo indipendente, senza cartine, camminando, ricordando tutte le altre volte che, in una stagione o nell’altra l’ho vissuta e visitata.
E’ stata una tappa importante per la mia storia personale (come dimenticare il viaggio d’andata in treno, la scoperta di un ristorante vicino alla Merulana (“le due colonne”), fare la trottola perché durante questi pochi giorni avevamo un sacco di persone da incontrare e rivedere).
Potendo ci tornerei ancora più spesso. Un elenco delle cose che mi vengono in mente?
Piazza Vittorio, i magazzini MAS, il concerto di Antony & the Johnsons al Parco della Musica, “Le fate ignoranti” ma anche “La finestra di fronte”, il Madison, Villa Celimontana, Villa Borghese, l’Estasi di Santa Teresa, “Le due colonne” ma anche via Principe Eugenio e la sua gelateria, quest’anno (una new entry…).
E, come mi ha insegnato un caro amico, Roma ha una sua“luce particolare”: quella delle case, dei muri e del sole al tramonto.
Sono tante le persone alle quali va un ricordo, pensando a Roma:
CB, LV, EO, AC, LR, GH, GS, IC, FO, SC, AS, AC.
E mi sa che aumenteranno 😉
giannolo, 30.08.2011
Bevendo… anzi, no, gustando cacio e pepe…